La ricorrenza, promossa nel 2018 dalla Global Recycling Foundation registra molte ombre ma anche qualche luce.
In realtà, più che ombre bisognerebbe parlare di temperature fuori controllo: l’estate del 2023 è stata la più calda registrata sia sulla terra, con +1,5° C ad agosto rispetto alla media preindustriale, che sulla superficie del mare fatto che ha indotto le Nazioni Unite a dichiarare che “il collasso climatico è iniziato”.
Anche la disponibilità di materie prime sta raggiungendo il punto di crisi: è stato valutato che 8 miliardi di persone consumano 100 miliardi di tonnellate di materi prima e si stima che, se non si inverte questa tendenza, si arriverà ad un collasso del sistema nel 2050.
Riciclo, riuso e recupero sono pertanto le leve per agire sia sulla riduzione delle emissioni di CO2 che del consumo delle sei risorse naturali critiche o CRM (Critical Raw Materials): acqua, aria, petrolio, gas naturale, carbone e minerali.
I materiali riciclati come “settima risorsa”, oggi rappresentano già il 40% della materia prima utilizzata ma è necessario fare di meglio e farlo urgentemente.
Il valore aggiunto dell’economia circolare
Dunque il messaggio che deve passare è che l’economia circolare è oggi un modello più sostenibile di quello lineare, non solo perché porta meno danni all’ambiente, ma perché può liberare l’Europa e l’Italia da una forte dipendenza dall’approvvigionamento, sempre più critico, di materie prime e di energia.
Il passaggio fondamentale è quello di un investimento importante, sia in termini finanziari che di competenze, che porti a un ridisegno completo della filiera e dei processi produttivi e che deve essere affrontato da tutte le imprese, grandi medie e piccole.
E proprio per venire incontro alle esigenze delle PMI, lo stato lo stato e gli enti locali mettono a disposizione degli imprenditori incentivi ed agevolazioni, come il bando di Regione Liguria per i progetti di economia circolare, prorogato fino al 10 aprile. È importate quindi restare informati e farsi supportare da professionisti esperti che possano analizzare le specificità di un’azienda e fornire una strategia per consentire di passare al modello circolare.
Lo stato dell’arte in Europa (e in Italia)
Nello sconsolante panorama internazionale, l’Europa si distingue per l’impegno e i risultati nella lotta la cambiamento climatico.
Nel comparto energia, grazie ad un impulso notevole della produzione da fonti rinnovabili, nel 2023 nella UE la produzione di elettricità da solare ed eolico ha superato per la prima volta la produzione derivata dall’utilizzo di gas naturali.
Bene ma non benissimo, invece sul fronte del riciclo.
Con il pacchetto sull’Economia Circolare del 2018, l’Europa si è data una precisa tabella di marcia per ridurre i rifiuti ma, secondo i dati diffusi a giugno 2023 nella Relazione della Commissione UE sono solo 9 i paesi, tra cui l’Italia, in linea con gli obiettivi prefissi dall’Unione, mentre altrettanti rischiano di mancarli del tutto.