Dalla nascita di Elettricità Futura – che tiene assieme tutti i produttori di energia – alla nuova Strategia Energetica Nazionale, dal boom della produzione da fonti non fossili alle nuove strategie energetiche dell’Enel: tutto cospira a favore delle rinnovabili. Territori permettendo
di Ermete Realacci, articolo de Linkiesta del 27 Aprile 2017
I cambiamenti in atto nel mondo dell’energia e dell’energia elettrica in particolare sono rapidissimi. E nel nostro Paese, con lo sviluppo delle rinnovabili, i protagonisti della generazione elettrica sono passati in meno di 20 anni da poche decine a oltre 600.000. Però, per dirla come Saint-Exupéry: “il futuro non va previsto ma reso possibile”.
Le scelte necessarie per contrastare i mutamenti climatici e favorire uno sviluppo sostenibile non dipendono solo da governi ed istituzioni. È almeno altrettanto importante il ruolo della società e dell’economia. Per questo va salutata con favore Elettricità Futura: la nuova associazione che nasce per affrontare i cambiamenti dalla fusione di Assoelettrica e Assorinnovabili, le principali associazioni dei produttori “tradizionali” di energia e del mondo delle rinnovabili. In altri paesi europei non è accaduto niente di simile. In Italia è favorito dal peso rilevante raggiunto dalle rinnovabili elettriche nella produzione nazionale (circa il 40%) e dalle nuove strategie energetiche.
È solo un primo passo. Nonostante la frenata di Trump sugli accordi di Parigi e la sua spinta per il carbone, molte cose nel mondo parlano di un futuro in cui sempre più efficienza e rinnovabili sono i driver del settore. Pochi giorni fa l’Inghilterra, il primo paese ad aver impiegato il carbone nella produzione di energia elettrica, ne ha fatto a meno per un’intera giornata. E si annuncia il phase-out dal carbone entro il 2025. Al tempo stesso la penetrazione delle rinnovabili, accompagnata dalla ricerca dell’efficienza, rende più forte la potenzialità dell’energia elettrica in nuovi campi. Penso ad esempio alla mobilità elettrica, che viene spinta dagli investimenti che la Cina porta avanti. Wall Street sembra scommettere su questo futuro, con Tesla che, dopo aver sorpassato Ford, ha superato con 51 miliardi di dollari la quotazione in borsa di General Motors. E, per venire ad un fronte più politico, netta è in Francia la distanza dei due candidati al ballottaggio delle presidenziali: Macron si è infatti impegnato a raddoppiare nel suo mandato il contributo delle rinnovabili e introdurre una carbon tax da 100 euro a tonnellata. Motivo in più per auspicare la sua vittoria.
Tutti segnali che invitano a non guardare il mondo con occhi pigri, con la testa rivolta al passato. La precedente Strategia Energetica Nazionale (Sen) risentiva di questi limiti ed è stata superata dai fatti. Alla nuova Sen stanno lavorando i ministri Calenda e Galletti. Dovrà coinvolgere tutti i settori produttivi a partire dall’edilizia e dai trasporti. Per essere all’altezza delle sfide che abbiamo davanti dovrà essere al tempo stesso ambiziosa e praticabile. Incrociare il progetto di Industria 4.0 e gli ecoincentivi nell’edilizia. Chiamare tutti gli attori alla coerenza delle scelte. Dovrà prevedere, in tempi certi, l’uscita dal carbone nella produzione elettrica: già oggi il suo contributo è marginale, mentre rimane troppo importante in Germania (circa il 40%). Ma, se è il metano la fonte su cui puntare per la transizione alle rinnovabili, dobbiamo assicurare all’Italia forniture certe e costi contenuti. Con tutto quello che questo significa per la logistica, sia per i tubi che per i rigassificatori.
Non è necessario oggi pensare a generosi incentivi per far crescere il contributo delle rinnovabili, che sono peraltro in continua evoluzione. Servono però importanti semplificazioni, ad esempio per quello che riguarda il revamping degli impianti eolici e fotovoltaici con nuove e più efficienti tecnologie. E bisogna favorire l’autoproduzione da rinnovabili, riducendo gli oneri di sistema, per cittadini, imprese e comunità. Senza squilibrare la rete, innovandola e puntando sulle smart grid. Queste ed altre sfide richiedono coerenza nei territori. In troppi a parole condividono, a livello nazionale, una strategia di produzione energetica basata su rinnovabili ed efficienza, che punti a superare le fonti fossili, ma poi tendono ad opporsi a prescindere a impianti fotovoltaici, eolici, geotermici, a biogas. Ai quali è necessario garantire procedure trasparenti, attente all’ambiente e tempi certi.
Tutti dobbiamo cambiare, ma è oggi più chiaro di ieri che c’è un percorso che può tenere assieme la sostenibilità nella produzione di energia, il rispetto degli impegni contro i mutamenti climatici, con la certezza delle forniture e costi contenuti. Un percorso che può rendere il nostro Paese più competitivo e indipendente. La nascita di Elettricità Futura può essere, vista la peculiarità dei suoi protagonisti, parte di questo percorso, se le sue proposte saranno effettivamente orientate al futuro. Lo scopriremo solo vivendo: “ogni passo è la meta” diceva Borges.