Report ESG: guida completa per grandi aziende e PMI

La responsabilità sociale delle imprese (Corporate Social Responsibility o CSR) è diventata, negli ultimi decenni, una priorità strategica per molte aziende che cercano di coniugare la propria attività economica con l’impatto sociale e ambientale. Oggi però è anche un obbligo di legge, con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale n. 212 del 10 settembre 2024 il Decreto Legislativo n. 125 del 6 settembre 2024, che attua la Direttiva 2022/2464/UE (anche nota come Corporate Sustainability Reporting Directive o CSRD).

Con l’obiettivo di migliorare la trasparenza e la comparabilità delle informazioni su come le imprese affrontano sfide come il cambiamento climatico, i diritti umani, la diversità e la trasparenza nelle operazioni aziendali, l’entrata in vigore del decreto rende vincolante per molte aziende italiane, a partire dall’esercizio 2025, redigere un report ESG (Environmental, Social, Governance), un documento che descrive le performance di sostenibilità dell’impresa in termini di impatto ambientale, responsabilità sociale e pratiche di governance.

La rendicontazione deve essere inclusa nella relazione sulla gestione, che deve essere pubblicata contestualmente al bilancio di esercizio. I termini sono quelli previsti dal Codice Civile per la pubblicazione del bilancio, ossia entro 120 giorni dalla chiusura dell’esercizio

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Cos’è la CSDR (Corporate Substainability Report Directive)?

La CSRD è quella direttiva che impone alle imprese di grandi dimensioni un obbligo di fornire agli investitori, fra le informazioni di carattere non finanziario, quelle legate alla sostenibilità ambientale.

La CSRD è entrata in vigore il 5 gennaio 2023, sostituendo la precedente “Non Financial Reporting Directive – NFRD” (Direttiva 2014/95/UE), attuata in Italia dal D. Lgs. 254/2016, concernente l’obbligo di comunicazione di informazioni di carattere non finanziario per le imprese di grandi dimensioni.

L’obiettivo principale della CSRD è quello di migliorare l’informativa di sostenibilità, equiparando la rilevanza dei risultati ESG con quelli riportati nel tradizionale bilancio civilistico: in particolare, la CSRD mira a garantire l’accesso da parte di investitori e stakeholders ad un’informativa sulla sostenibilità, per singola impresa o gruppo, maggiormente dettagliata, chiara e quanto più possibile standardizzata ed esaustiva.

Cosa si Intende per ESG?

ESG è un acronimo che sta per tre aree di responsabilità fondamentali:

  • Environment (Ambiente): include l’impatto ambientale dell’azienda, come le emissioni di gas serra, l’utilizzo di energie rinnovabili, la gestione dei rifiuti e l’efficienza energetica.
  • Social (Sociale): riguarda il contributo dell’azienda alla società, come la gestione delle risorse umane, i diritti dei lavoratori, la diversità e l’inclusione e l’impatto sulla comunità locale.
  • Governance (Governance): fa riferimento alle pratiche di gestione aziendale, come la trasparenza, l’etica, la composizione del consiglio di amministrazione e la gestione del rischio.
Timeline e Obiettivi globali: ONU Agenda 2030 ed EU Climate Neutrality by 2050

L’ONU nel 2015 ha stabilito 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) da raggiungere entro il 2030. Questi obiettivi toccano temi quali la lotta alla povertà, la tutela dell’ambiente, la giustizia sociale e la parità di genere. Gli obiettivi impegnano le nazioni che hanno sottoscritto il documento, ma anche le aziende, attraverso vincoli di tipo normativo e una timeline dei risultati attesi.

L’Unione Europea punta alla neutralità climatica nel 2050: per raggiungere questo obiettivo, sta promuovendo numerose iniziative, normative e finanziarie (dal Green Deal Europeo, al Next Generation EU all’Action Plan on Sustainable Finance redatto dall’EBA – European Banking Authority, per aiutare gli Stati membri e le imprese a contribuire alla creazione di un sistema economico-finanziario sempre più sostenibile.

Quali sono i soggetti coinvolti dalla nuova normativa nel percorso di Corporate Social Responsability (CSR)?

 

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Soggetti obbligati

  • Imprese di grandi dimensioni, ovvero società con:
    • Totale dello stato patrimoniale: superiore a €25.000.000.
    • Ricavi netti delle vendite e delle prestazioni: superiori a €50.000.000.
    • Numero medio dei dipendenti occupati: 250 dipendenti o più
  • Piccole e medie imprese quotate, ovvero imprese con titoli negoziati in mercati regolamentati con:
    • Totale dello stato patrimoniale: superiore a €450.000 ma inferiore a €25.000.000.
    • Ricavi netti delle vendite e delle prestazioni: superiori a €900.000 ma inferiori a €50.000.000.
    • Numero medio dei dipendenti occupati: tra 11 e 250 dipendenti
  • Società madri di gruppi di grandi dimensioni, ovvero società che devono redigere un bilancio consolidato
    • Imprese di assicurazione e enti creditizi indipendentemente dalla loro forma giuridica

Soggetti indirettamente obbligati

Anche aziende che non rientrano direttamente tra quelle obbligate dalla legge possono trovarsi costrette alla rendicontazione di sostenibilità. Ad esempio, i fornitori di aziende obbligate a produrre un bilancio ESG possono essere coinvolti nei processi di rendicontazione. Le grandi imprese, infatti, spesso richiedono ai loro fornitori di rispettare criteri di sostenibilità ambientale e sociale, in modo da garantire che tutta la loro catena di fornitura sia allineata con gli obiettivi ESG. Pertanto, fornitori che vogliono mantenere relazioni con aziende obbligate devono adeguarsi alle richieste ESG. Seguendo la catena delle sub-forniture, scopriamo così che anche aziende di piccole dimensioni possono essere coinvolte nella redazione del report.

Soggetti spontaneamente interessati

Ci sono aziende che, in assenza di obblighi legislativi o indiretti, decidono di redigere un report ESG volontariamente poiché vedono nella sostenibilità un’opportunità strategica per migliorare la loro posizione sul mercato in termini di:

  • Miglioramento della reputazione: Un report ESG ben redatto può accrescere la reputazione dell’azienda presso i clienti, i partner commerciali e la comunità. Questo è particolarmente vero in settori dove i consumatori sono sempre più sensibili a tematiche ambientali e sociali.
  • Accesso a finanziamenti bancari agevolati: Le istituzioni finanziarie, tra cui banche e fondi di investimento, stanno progressivamente privilegiando aziende con alti standard ESG, offrendo tassi di interesse agevolati o condizioni di prestito più vantaggiose a chi dimostra un impegno nella sostenibilità.
  • Riduzione dei rischi e miglioramento della gestione aziendale: Le aziende che integrano le pratiche ESG nei loro processi decisionali sono meglio equipaggiate per anticipare e gestire rischi operativi, legali e reputazionali. Un approccio preventivo a tematiche come i cambiamenti climatici o i diritti dei lavoratori può ridurre la vulnerabilità aziendale.

Finanziamenti e agevolazioni per la sostenibilità rivolti alle Aziende Italiane

Le aziende italiane che scelgono di investire nella sostenibilità possono accedere a diversi tipi di finanziamenti e agevolazioni:

  • Fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza
Il PNRR: finanziato dall’Unione Europea, mette a disposizione risorse per progetti legati alla transizione verde, alla digitalizzazione e all’innovazione tecnologica. Le aziende possono accedere a contributi a fondo perduto o finanziamenti agevolati per progetti che contribuiscono agli obiettivi ESG.
  • Incentivi per l’Efficienza Energetica:
Lo Stato italiano offre numerosi incentivi per le imprese che investono in efficienza energetica e fonti rinnovabili, come i certificati bianchi, il conto termico.
  • Fondo Nazionale Efficienza Energetica:
In particolare, le Pubbliche Amministrazioni e le Energy Service Company (ESCo) possono anche attingere al FNEE per ottenere agevolazioni per i progetti di sostenibilità energetica.
  • Sostegni GSE alle Comunità Energetiche Rinnovabili:
Le PMI possono entrare a fare parte delle CER, insieme a privati cittadini e Pubbliche Amministrazioni ma anche enti di ricerca, soggetti del terzo settore e persino enti religiosi. Queste comunità, all’interno delle quali l’energia elettrica rinnovabile viene condivisa tra i diversi soggetti produttori e consumatori connessi tra di loro, possono accedere ai contributi economici previsti per l’autoconsumo diffuso dal GSE:  un rimborso di alcune componenti tariffarie riconosciuto sull’energia elettrica autoconsumata e la tariffa premio riconosciuta sull’energia condivisa.
  • Fondi Europei Strutturali d’Investimento (FESI): A livello europeo, le imprese possono accedere a finanziamenti per lo sviluppo sostenibile attraverso i fondi del FESI, in particolare il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR), che punta allo sviluppo equilibrato delle regioni europee, e il Fondo Sociale Europeo (FSE), particolarmente orientato all’occupazione.

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Obiettivi e priorità dei finanziamenti Europei 2021-2027

L’obiettivo dell’Europa è di rendere le sue regioni:

  • più competitive e intelligenti, attraverso l’innovazione e la digitalizzazione
  • più verde, riducendo le emissioni di carbonio
  • più connesse, migliorando la mobilità
  • più sociali, sostenendo l’occupazione, l’istruzione e l’inclusione sociale
  • più vicine ai cittadini, sostenendo sviluppo urbano sostenibile.

Per il periodo 2021-2027 la programmazione europea prevede in Italia:

  • il cofinanziamento di 38 Programmi Regionali (PR)
  • 10 Programmi Nazionali (PN)
  • Il Programma Nazionale Just Transition Fund Italia.
  • 10 Programmi a titolarità italiana nell’ambito dell’obiettivo della Cooperazione Territoriale Europea
  • altri 9 Programmi cui l’Italia partecipa sempre nell’ambito di questo obiettivo.

Ci sono livelli differenti di approccio alla sostenibilità ESG per le aziende?

Le aziende che sono ancora del tutto “digiune” in materia di ESG possono avere la necessità di inziare a prendere consapevolezza del proprio profilo di sostenibilità per comprendere l’effort, sia intermini di tempo che di risorse economiche e umane, per raggiungere un obiettivo di sostenibilità adeguato. In questo caso, è utile calcolare lo Score ESG, una valutazione della performance aziendale in tema di ambiente, responsabilità sociale e governance, basata sul raffronto con i dati statistici di imprese di pari dimensioni e dello stesso settore.

Vai al calcolo dello SCORE ESG ➜

Invece, le piccole e medie imprese che sono già orientate ad adottare la rendicontazione di sostenibilità su base volontaria, possono redigere un report completo oppure utilizzare strumenti di valutazione utili a valutare il rating ESG, che delinea il profilo di sostenibilità dell’azienda rispetto ai tre temi dell’ambiente, della responsabilità sociale e della governance, con livelli successivi di approfondimento.

In molti casi, il Rating ESG può essere sufficiente sia per accedere a fondi finanziari privati erogati da banche e istituti di credito, che per identificare le criticità e le aree di miglioramento su cui iniziare a lavorare per non farsi trovare impreparati, mano a mano che si allarga la platea delle aziende obbligate, come previsto dalla norma.

Scopri di più sul RATING ESG ➜

Infine le aziende già sensibilizzate, magari per il settore in cui operano sui temi della sostenibilità che decidono di essere virtuose e di anticipare l’obbligo,  possono produrre un report completo ESG da integrare nel proprio bilancio aziendale, in base agli standard adottati dalla Commissione Europea. Peraltro, anche in questo caso, i dati e le rilevazioni devono essere specifici per i prodotti o i servizi offerti dall’impresa e il livello di dettaglio può variare in base alla tipologia e alla dimensione, è prevista insomma una sorta di gradualità per rendere il processo accessibile a tutte le tipologie di aziende coinvolte.

Scopri di più sul REPORT ESG ➜

In conclusione, le imprese non soggette all’obbligo di rendicontazione in base alla CSRD, possono scegliere diversi strumenti con cui approcciare il percorso di sostenibilità: continua a leggere per individuare quello più adatto alla tua azienda.

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